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“Sopra il Vulcano. Il campo, lo scudetto, la vita” – Autobiografia di Ottavio Bianchi

Se si vuole riassaporare le emozioni del grande Napoli della seconda metà degli anni Ottanta bisogna assolutamente leggere questo libro. “Sopra il Vulcano. Il campo, lo scudetto, la vita” è l’autobiografia di Ottavio Bianchi, scritta con la figlia Camilla, edita da Baldini+Castoldi ed in vendita nelle librerie, su Amazon e sulle altre principali piattaforme online.

Ottavio Bianchi, bresciano, classe 1943, oltre ad aver giocato nel Napoli negli anni Settanta, lo ha allenato dal 1985 al 1989, vincendo il primo storico scudetto, la Coppa Italia e la storica Coppa Uefa. Bianchi ha scritto il libro con la figlia giornalista Camilla, nata a Napoli. Dal libro emerge il profilo di un uomo, un allenatore, umile e riservato. Il suo nome è entrato nella leggenda del calcio italiano, portando il Napoli a vincere il primo scudetto della sua storia e la Coppa Uefa, oltre alla Coppa Italia. Ai suoi ordini c’era un Napoli da favola, formato da campioni, oltre al più grande di tutti i tempi, Diego Armando Maradona. Parlare del Napoli e dei suoi anni “sopra il Vulcano” riesce a forzare la sua proverbiale riservatezza. Quest’autobiografia è infatti un’eccezione straordinaria, una confessione a lungo rimandata, che solo la figlia poteva riuscire a fargli fare. Un racconto inedito, con dovizia di particolari, e molto spesso commuovente. Il libro è aperto da una bellissima prefazione scritta dal grande giornalista Gianni Mura. Insomma, vale la pena, per i tifosi del Napoli e non, scoprire il mondo di Ottavio Bianchi sia come uomo che come allenatore.

In esclusiva ai microfoni di Contropiede Azzurro, Bianchi ha spiegato il motivo che l’ha spinto a scrivere questo libro:

Perché ha deciso di scrivere questo libro?

“Perché mia figlia che da molto tempo aveva voglia di scrivere un libro con me. Io sono abbastanza debole ed ai figli non so dire di no. Pian piano, appunto dopo appunto, è venuto fuori il libro.”

Perché questo titolo?

“L’ha scelto Gianni Mura. Quando ha letto il manoscritto ed ha fatto la prefazione mi ha detto che questo era il titolo giusto e l’ho accettato con entusiasmo.”

Giovanni Frezzetti

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