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Mi chiamavano Tatanka – Autobiografia di Dario Hübner

Mi chiamavano Tatanka: è questo il titolo della prima autobiografia, edita da Baldini+Castoldi, di Dario Hübner, il bomber di provincia. Hübner in carriera ha segnato più di 300 goal, giocando dal 1987 al 2011, calcando i campi di periferia fino a giungere a quelli della Seria A. Insieme ad Igor Protti è l’unico calciatore ad aver vinto la classifica marcatori di Serie A, Serie B e Serie C, rispettivamente con le maglie di Piacenza, Cesena e Fano. Il libro è stato scritto insieme a Tiziano Marino, giornalista freelance che vanta collaborazioni con D la Repubblica, Ansa, Il Secolo XIX, il Giornale, Il MattinoIl Messaggero e La Gazzetta dello Sport. Il libro ha anche una bellissima prefazione scritta da Operazione Nostalgia, la famosa realtà digital che racconta e ricorda i campioni del passato in quanto portatori di valori sani e positivi nello sport.

Sono la stessa persona che ero a vent’anni, quando calcavo i campi di Prima Categoria e la Serie A la vedevo solo col binocolo. Non mi sono mai sentito una primadonna né qualcuno di importante. Ho sempre vissuto in maniera modesta e tranquilla, trattando il calcio con serenità d’animo. Se resti umile, con la stessa mentalità di quando eri tra i dilettanti, allora puoi fare strada. Non solo nel calcio ma anche nella vita”. Così si descrive Dario Hübner all’interno del libro.

A quasi dieci anni dalla sua ultima partita ufficiale in un polveroso campo della provincia lombarda, Dario Hübner dunque si racconta nella sua prima autobiografia. Cresciuto a Muggia, nel triestino, al confine con l’allora Jugoslavia, fino a 20 anni montava infissi e finestre giocando in Prima Categoria nella squadra del suo paese. Il passaggio al professionismo, gli anni di C, la Cadetteria e l’esordio in Serie A con la maglia del Brescia. Un fuoriclasse che non ha mai rinunciato ai piccoli piaceri della vita. Un personaggio romantico e nostalgico, che ha sempre messo gli affetti davanti a tutto e tutti, pur in un mondo avido e scintillante come quello del pallone. Il Re dei bomber di provincia, che ha saputo conquistare il cuore di milioni di tifosi e che oggi racconta un calcio che non c’è più. Un simbolo per una generazione intera, al quale uno come Calcutta ha dedicato anche una canzone: «Io certe volte dovrei fare come Dario Hübner», recita il ritornello. Uno di noi, che ce l’ha fatta, tirando calci a un pallone ma soprattutto restando sempre fedele a se stesso.

Tiziano Marino ha dichiarato in esclusiva a Contropiede Azzurro il perché ha scelto Hübner come personaggio del suo libro:

“Ho scelto Dario perché era un mio idolo di infanzia e perché crescendo sono sempre rimasto molto affascinato dal suo personaggio. Uno come Dario Hübner non ci sarà più. Nella sua semplicità è unico ed è questo che lo ha sempre avvicinato alla gente. Dario è un eroe genuino e positivo e ho pensato che, oltre a me, la sua storia potesse interessare anche alle tantissime persone che gli vogliono bene, come calciatore ma soprattutto come uomo.”

Anche Dario Hübner ha svelato in esclusiva a Contropiede Azzurro come è nata l’idea di questo libro e come è nato il soprannome Tatanka:

“L’idea del libro è stata tutta di Tiziano Marino, io all’inizio non avevo voglia di farlo. Poi una mattina ci siamo incontrati in un bar ed ho iniziato a parlare, pian piano la cosa che stava venendo fuori mi piaceva sempre più. Per quanto riguarda il soprannome, mi hanno sempre chiamato bisonte per il modo di correre. Poi nel 1992 andai a Cesena e nacque il soprannome Tatanka ispirandosi ad una scena del film Balla coi lupi. Infatti Tatanka in lingua Sioux vuol dire bisonte.”

Un libro che vale assolutamente la pena acquistare e leggere per riassaporare i valori veri del calcio di una volta raccontati da uno dei personaggi più amati e stimati nel panorama calcistico italiano, che ha segnato più di una generazione di amanti di questo magnifico sport.

Giovanni Frezzetti

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