Si chiude una triste vicenda per il calcio siciliano ed italiano. Il Trapani Calcio, una società blasonata che solo cinque anni fa ha disputato la finale playoff per la Serie A, è stata ufficialmente esclusa dalla Lega Pro, e l’udienza per il fallimento è stata fissata il 21 ottobre. Troppi i 4,8 milioni di debiti, la società da tempo non è in grado di pagare gli stipendi ed i giocatori non possono neanche allenarsi al centro sportivo. Dopo due sconfitte a tavolino, è arrivata l’esclusione dal campionato. Un evento che ormai si ripete spesso in Italia, ed ha coinvolto società di tutti i livelli (basti pensare al Napoli…), ma che ogni volta rappresenta una sconfitta per tutto il movimento.
Secondo il Sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, a decretare il triste epilogo sono stati: “Arrampicatori e speculatori del calcio business, squali e squaletti, che di certo non hanno dimostrato di amare i colori della maglia granata, hanno di fatto decretato il fallimento della società Trapani Calcio. Di contro -prosegue il primo cittadino- va dato atto che normali cittadini, sportivi e tifosi, professionisti, e piccoli imprenditori trapanesi – coordinati dal comitato ‘c’è chi il Trapani lo ama’ – fino all’ultimo hanno tentato di salvare il salvabile …”.
Ed i giocatori? Come da regolamento, la FIGC ha decretato lo “svincolo d’autorità dei calciatori professionisti e dei calciatori giovani di serie in addestramento tecnico”. D’altronde, proprio i giocatori hanno presentato l’istanza di fallimento, dal momento che non ricevono gli stipendi da diversi mesi. Alcuni calciatori hanno già trovato una nuova squadra. I giovani Filì e Tolomello sono passati alla primavera del Milan; il centrocampista Cataldi è stato ingaggiato dal Potenza, mentre l’ex capitano Pagliarulo è corteggiato dal Catania.