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“Top 11” azzurra: Marek Hamšík

“Da calciatore come i tifosi del Napoli non ti fa sentire nessuno.”

60.000€. Tanto bastò al Brescia per strappare un 17enne Marek Hamšík allo Slovan Bratislava. Carattere introverso ma leadership innata, lo slovacco con la cresta impiega poco a prendersi le Rondinelle. Esordisce in Serie A a 17 anni, e nelle due seguenti stagioni in Serie B, realizza 10 gol in 65 presenze. A Pierpaolo Marino, all’epoca dg del Napoli, bastano otto minuti di gioco per innamorarsene: era andato a visionare Milanetto, tornerà con uno sconosciuto slovacco con la cresta. Comincia così la grande storia d’amore tra Marek ed i colori azzurri.

Nel Napoli del 3-5-2 di Reja, Hamšík sembra un veterano, ma ha appena vent’anni. Si sblocca subito, contro la Sampdoria al San Paolo. E in quel gol c’è tutto l’Hamšík  che delizierà i tifosi azzurri nei successivi 12 anni: inserimento, tecnica eccellente con entrambi i piedi, fiuto del gol. A fine stagione saranno 9 i gol, capocannoniere senza tirare rigori.

Impossibile condensare tutte le emozioni azzurre che Hamšík riporta alla mente. Capitano-simbolo per la generazione nata a cavallo tra i 90′ e i 00′, è stato il leader di un Napoli partito dal nulla e arrivato all’Olimpo della Champions League. Professionista esemplare, mai una parola fuori posto, imprescindibile per tutti gli allenatori che si sono susseguiti. Marek è stato un simbolo di Napoli (1° di tutti i tempi per numero di presenze, 521) ed il prototipo del centrocampista box-to-box (ben 121 gol in maglia azzurra, secondo all-time dopo Dries Mertens).

Anche con la Nazionale slovacca si è tolto molte soddisfazioni. L’esordio ad appena 19 anni, diventa primatista per presenze (121) e reti (25). Da capitano, guida la Slovacchia al primo mondiale della sua storia, nel quale elimina l’Italia ai gironi.

Con il Napoli, la soddisfazione di sollevare al cielo due Coppe Italia (con tanto di gol alla Juventus in finale) e una Supercoppa Italiana. I rimpianti sono sicuramente la semifinale di Europa League persa con il Dnipro ed il secondo posto alle spalle della Juventus nel 2018.

Ma le pagine d’amore tra quel giovane con la cresta – divenuta ormai una moda- e Napoli, rimarranno per sempre.

Prima di trasferirsi al Dalian Yifang, in Cina, Marek saluta Napoli con una splendida ed emozionante lettera aperta. ““Napoli” ce l’ho tatuato sulla pelle: così come la prima vittoria in Coppa Italia dopo 25 anni. Impossibile dimenticare quella festa  impossibile dimenticare il momento in cui ho battuto il record di presenze di Bruscolotti, o quando ho superato il record di gol in maglia azzurra del DIO del calcio Diego Armando Maradona. Questo mi rende estremamente orgoglioso. Qui a Napoli sono nati i miei 3 figli, napoletani a tutti gli effetti […] Vi amo e amerò questa città per sempre.”

 

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