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“Top 11” azzurra: Antonio Juliano

“Uno che mi piaceva moltissimo era Antonio Juliano, Totonno. Un tipo tosto, persona autentica, con un temperamento da condottiero. Giocava un calcio concreto, senza concedere spazio alla teatralità. Un “napoletano atipico”, lo hanno definito, perché era il contrario dello stereotipo partenopeo.” (Dino Zoff)

Totonno sembra un ragazzino come tanti, quando rincorre un pallone nelle strade di San Giovanni a Teduccio, nel dopoguerra. Come tutti i bambini, sogna di giocare nel Napoli: a differenza di tutti gli altri, lo intende per davvero. Ha 13 anni, quando nel 1956 entra nelle giovanili del Napoli. A 17 anni disputa la sua prima partita, una semifinale di Coppa Italia contro il Mantova. Quell’anno, il Napoli alza al cielo la prima Coppa Italia della sua storia (1961-62), che è anche la prima ad essere vinta da un club di Serie B. E’ l’inizio della storia d’amore tra Totonno ed il Napoli; ed è il momento in cui Totonno diventa Antonio Juliano.

Impossibile narrare la carriera di Antonio Juliano in poche righe. Meglio lasciar parlare le statistiche. Juliano ha vestito i colori azzurri per 17 stagioni, dal 1961 al 1977. Capitano dai 23 anni, in una rosa con Sivori ed Altafini. Ha collezionato un totale di 505 presenze; è secondo per record di presenze in campionato (alle spalle di Hamšík); ha detenuto, per più di trent’anni, il record di presenze nelle competizioni europee. In un’era fatta di gioco ruvido, di accoglienze ostili e di tante battaglie, ha guidato il Napoli alla vittoria di due Coppe Italia, una Coppa delle Alpi ed una Coppa di Lega Italo-Inglese. Nel 1975, gli azzurri si piazzano alle spalle della sola Juventus, che vincerà lo scudetto con un distacco di due punti. E’ stato il grande rammarico della sua carriera, non aver portato a Napoli il tricolore.

Anche con l’azzurro dell’Italia (primo napoletano ad essere convocato) si è tolto molte soddisfazioni. Su tutte, la vittoria dell’Europeo 1968, a 25 anni. Ma anche la convocazione a ben 3 mondiali, ed una manciata di minuti nella finale persa, contro il Brasile, nel 1970.

La carriera di Juliano-calciatore termina nel 1979, dopo un ultimo anno tra le file del Bologna. Ma ha avuto la possibilità, da dirigente, di continuare a far grande il Napoli. Due acquisti, in particolare, portano la sua firma: Ruud Krol e Diego Armando Maradona. Lascia definitivamente gli incarichi dirigenziali al termine della stagione 1998-1999.

Regista pulito ed ordinato, capace di interdire e smistare il pallone, Totonno è stato l’emblema di una napoletanità schiva e laboriosa. Personalità riservata, Juliano si è tenuto lontano dai riflettori durante la sua carriera, lasciando la parola al campo. Un campo che l’ha visto crescere con i colori azzurri, leader di Napoli e del Sud.

https://www.youtube.com/watch?v=8hmNyRIAgR8

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