Non si conosce il loro significato personale, ma è bello pensare che questi tatuaggi lo rappresentino in pieno. Un Mickey Mouse – perché lui è piccolo di statura – e una farfalla, perché si provi a prenderla una farfalla quando volteggia nell’aria. Lorenzo Insigne, capitano del Napoli oggi compie 29 anni. Un piccolo uomo di 163 centimetri, bocciato più volte agli albori della carriera, per la statura. E invece piccolo è bello qui: Sivori, Maradona, Zola, Mertens. Da queste parti è segno indiscusso di qualità.
Un capitano coraggioso dal cuore d’oro (tanta la beneficenza, spesso non pubblicizzata, non ultima quella per il Cotugno in piena emergenza COVID 19), oggi è maturo, Lorenzo. E’ cresciuto ed è saggio, tanto da diventare l’eroe degli ultimi mesi, quando si è caricato la squadra sulle spalle alla fine dell’era ancelottiana e ha continuato a guidarla con polso fermo nell’era di Ringhio, a cui forse un po’ somiglia. Sembrano lontanissimi i tempi dell’ammutinamento. Insomma, Lorenzo l’irascibile, l’incompreso, la vittima, quello spesso bersaglio dei tifosi più infuocati – odi et amo – alla soglia dei 30 non esiste più.
La storia narra di un ragazzino, troppo forte col pallone ai piedi, rifiutato da Torino ed Inter per la scarsa altezza? Non tutti i mali vengono per nuocere: L’ ex scugnizzo di Frattamaggiore, oggi, all’ombra del Vesuvio è diventato un uomo e lo è qui, nella sua città. Rappresenta, probabilmente, una delle ultime bandiere del calcio italiano ed talmente cresciuto che anche il CT della Nazionale lo considera imprescindibile. Ormai in campo è sempre più spesso una garanzia.
Allora ad maiora semper Lorenzo, orgoglio partenopeo e orgogliosamente capitano del Napoli. Ti giungano i migliori auguri da parte di tutta la redazione di Contropiede Azzurro!