Sul sito del Ministero della Salute sono riportate 77 domande con relative risposte che dovrebbero chiarire ai cittadini italiani alcuni dubbi sul Covid-19. Leggendo la numero 51, che di seguito pubblichiamo integralmente, si comprende perché la giornalista e opinionista Selvaggi Lucarelli e il medico di famiglia Claudio Bramini si siano tanto infuriati sul metodo adottato per fare i tamponi, paventando entrambi il sospetto che possa esistere una corsia preferenziale per vip e calciatori.
Ecco il testo della domanda e della risposta numero 51 pubblicata sul sito del Ministero della Salute:
51 – Sottoporsi privatamente ad analisi del sangue, o di altri campioni biologici, permette di sapere se si è contratto il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2)?
No. Non esistono al momento kit commerciali per confermare la diagnosi di infezione da nuovo coronavirus. La diagnosi deve essere eseguita nei laboratori di riferimento Regionale, su campioni clinici respiratori secondo i protocolli di Real Time PCR per SARS-CoV-2 indicati dall’OMS. In caso di positività al nuovo coronavirus, la diagnosi deve essere confermata dal laboratorio di riferimento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. (Data di ultimo aggiornamento: 21 marzo 2020)
Capito bene? Secondo il Ministero della Salute i tamponi per il coronavirus devono essere eseguiti nei laboratori di riferimento Regionale.
E ora leggiamo il post di Selvaggia Lucarelli pubblicato su Facebook:
“Io esigo spiegazioni sul perché in Lombardia non stiano facendo tamponi a gente moribonda a casa e Dybala, fidanzata e “un’altra persona” (sia lui e che i due asintomatici dunque), hanno potuto fare i tamponi. Adesso voglio sapere perché esiste una corsia preferenziale per i vip, che siano calciatori, giornalisti, conduttori e figli di manager (il figlio di Tronchetti Provera che era asintomatico per dirne una). La salute non dovrebbe privilegiare nessuno e che questo accada mentre centinaia di persone chiamano disperate chiedendo tamponi per persone che stanno male, mi fa incazzare a livelli inauditi. Esiste un modo per fare i tamponi privatamente e a pagamento? Bene, diteci dove comprare i kit o il servizio. O deve saperlo solo Dybala? Non esiste un modo per farlo privatamente e lo fanno in strutture pubbliche? Peggio ancora. Le strutture pubbliche non potrebbero farlo a chi si presenta lì con sintomi lievi, figuriamoci agli asintomatici. E se Dybala lo fa in una clinica privata grazie alla Juve, poi ci sono i giornalisti come Porro che l’hanno fatto allo Spallanzani, struttura pubblica. Questa storia deve finire. Chiarezza, cazzo. O tutti o nessuno”.
Ad avvalorare la denuncia della Lucarelli ci sono le dichiarazioni rilasciate al giornale “Il Fatto Quotidiano” poco più di una settimana fa da Claudio Bramini, medico di famiglia a Sagliano Micca (Biella) che non ha potuto sottoporre a tampone quattro pazienti con polmonite interstiziale. Alla domanda sul perché non è possibile eseguire i tamponi sui suoi pazienti il dottore ha così risposto: “Ho chiamato anche io stesso i numeri del Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp) del Piemonte, ma non c’è niente da fare. Mi dicono che la polmonite e la febbre a 38 e mezzo e a 39 non basta. Serve la certezza di un contatto con un positivo. Ma come si fa ad avere questa certezza? Sono commercianti, avranno incontrato centinaia di persone”. Poi ha aggiunto: “Ma una cosa vorrei capire come sia possibile: leggo di tante persone famose, calciatori, politici e vip vari che pure senza sintomi hanno avuto la possibilità di essere sottoposti a tampone”.
Gli sfoghi sfoghi della Lucarelli e del dottor Bramini, giustificati e condivisibili a parere di chi scrive, finora non hanno trovato alcun riscontro da parte delle autorità competenti, il che vuol dire che qualcosa davvero non va come dovrebbe…
Roberto Rey