
Quel bacio alla maglia de Dios, quel poker contro la Roma nel segno di Maradona
Napoli- Roma 4-0 (31′ Insigne, 64′ Fabian Ruiz, 81′ Mertens, 86′ Politano)
Neanche un’anima allo stadio stasera; nessuno ha potuto assistere a quella che è stata la partita forse più emozionante dell’intera storia del Calcio Napoli. E non per l’importanza in sè della partita, nè per il risultato straordinario contro un avversario che veniva da 16 risultati utili consecutivi: oggi è stato il saluto definitivo a Diego Armando Maradona, perchè in molti erano convinti che Diego anche stavolta sarebbe tornato, più forte di prima. Da stasera inizierà una lunga fase di metabolizzazione del lutto, con una città pronta a rendere eterno il nome del suo figlio di Villa Fiorito. Tutti i calciatori azzurri indossavano la maglia celebrativa della sua Argentina, Lorenzo Insigne invece indossava una fascia che rievocava quella del capitano Diego; allo stadio (Maradona) tirava uno strano vento freddo e una pioggia costante. Dall’alto qualcuno piangeva, ma nel frattempo forse ha guidato un’intera squadra alla vittoria: state quindi tranquilli, lassù Maradona ha preso le chiavi dell’ex Stadio San Paolo.
Gattuso deve fare a meno di Bakayoko (squalificato) e Osimhen e sceglie Mertens come prima punta, con Zielinski avanzato nel ruolo di trequartista e Lozano-Insigne ai lati; Demme affianca Fabian Ruiz sulla mediana, tra i pali c’è ancora Meret. La Roma parte con un atteggiamento convinto e a 120 secondi dal fischio d’inizio crea la sua prima opportunità, calciando alto dalla lunetta con Pedro. Al minuto 10 arriva l’applauso collettivo per Maradona. Poco dopo tocca a Insigne rendersi pericoloso, con un tocco di stinco che si spegne lentamente a lato. Il Napoli prende il comando del gioco, seppur senza riuscire a impensierire davvero Mirante: sono tanti i corner guadagnati, ma Mirante nel frattempo è spettatore non pagante. Mertens al 30′ si guadagna un prezioso calcio da punizione dal limite; alla battuta va convinto il capitano Insigne, quasi certo di fare gol; e con una parabola perfetta il numero 24 batte Mirante, e corre sotto la pioggia a baciare la maglia numero 10; la maglia de Dios. Per la Roma piove sul bagnato e prima dell’intervallo si fanno male sia Mancini che Veretout, sostituiti rispettivamente da Juan Jesus e Villar.
In avvio di secondo tempo il ritmo è subito alto e stavolta la Roma-dopo un primo tempo disastroso- è tornata in campo con molta più grinta. Al 49′ Insigne serve Lozano splendiamente dopo un bel triangolo con Zielinski; il messicano però, invece di restituire palla al centro al polacco, pronto a fare gol, sceglie di calciare da posizione defilata, trovando l’opposizione di Mirante ma sprecando un gol già fatto. C’è un pò di preoccupazione per Mertens, rimasto a terra dopo un brutto colpo al ginocchio subito da Karsdrop; per fortuna degli azzurri Spinazzola perde l’opportunità di sfruttare un pericoloso contropiede, con Demme bravissimo a impedirgli il passaggio decisivo. La Roma sembra crederci, ma nel suo momento migliore, incassa il raddoppio: a seguito di una ripartenza micidiale nata dal colpo di scorpione di Mario Rui, la palla va a Insigne che serve Fabian Ruiz sui 20 metri; lo spagnolo prende la mira e col mancino pesca l’angolo basso con la palla che passa tra le gambe di Juan Jesus, lasciando di sasso l’estremo difensore: è 2-0 al 64′. I giallorossi alzano la linea per tentare una disperata rimonta, ma finiscono con lo sbilanciarsi e concedere spazio agli avversari: a nove minuti dal termine Mirante non trattiene il destro di Elmas, da poco in campo anche lui, e sulla ribattuta viene trafitto da Mertens. Nel finale c’è gioia anche per Politano, autore di uno strepitoso slalom in area che si conclude con la palla in fondo al sacco dopo l’ultimo dribbling sul portiere; un gol- nella notte di Diego- di maradoniana memoria. Ma non si vuole essere blasfemi, almeno non stasera.
Comments (0)