
Previsto per oggi l’incontro tra i rappresentanti dei singoli club e l’associazione calciatori
“Darsi tutti una regolata, altrimenti qualcuno farà il botto”, queste le prime parole di Antonello Valentini, dirigente della FIGC, nell’intervista concessa a Tuttonapoli. Valentini ha provato a far chiarezza sullo stato delle cose partendo innanzitutto dall’unica certezza:”Nessun dirigente, di nessun livello, può decidere quando tornare in campo. Lo deciderà solo il virus. Saranno fondamentali le opinioni dei medici.” Dunque è giusto ipotizzare il futuro ma la Federazione “ Ha il dovere di preparare una serie di piani alternativi a seconda dell’andamento della situazione per essere pronti quando finalmente si potrà tornare a giocare. Attenzione: non parlo solo della Serie A ma anche della B, della C e della lega dilettanti che gestisce quindicimila partite a settimana”.
“E una sfida su tre piani – ha proseguito Valentini – ; occorre far conciliare la regolarità dei tornei, portandoli a termine, insieme alle coppe europee e ai legittimi interessi delle squadre nazionali.”
E quindi, il taglio stipendi diventa l’unica strada percorribile : “Il calcio, che vive in una gabbia dorata, con cifre imbarazzanti, non può chiamarsi fuori da questa emergenza e deve fare la sua parte. Aggiungo: il sindacato calciatori non può imporre niente, può solo dare indicazioni. I contratti stipulati sono individuali e quindi ogni società dovrà trattare coi suoi tesserati”.
E il pensiero va alla Juventus che, giocando d’anticipo, ha raggiunto un accordo con i giocatori per un risparmio di 90milioni, ma ha “rotto il fronte”, come ha dichiarato Mattia Grassani, legale della Società Calcio Napoli, ai microfoni di Radio Kiss Kiss: “ La crisi non riguarda solo i top player, ma in maniera più drammatica le categorie inferiori. Questo è un problema molto serio, la voce emolumenti in tutte le società rappresenta l’uscita più importante per i club. E dovrebbe essere affrontato in maniera sindacale, cioè non con società che al proprio interno affrontano negoziazioni con un gruppo di giocatori, lasciandone fuori un altro gruppo. Fare accordi pilota o precorrere i tempi, nella piena e assoluta disponibilità del club che intende ragionare in questi termini, rompe il fronte. Adesso ci sono 19 club che il problema devono affrontarlo e un club (la Juventus, ndr) che l’ha risolto. Nel sistema professionistico esistono le rappresentanze di categorie. Le Leghe per i club, l’AIC per i calciatori, l’AIAC per gli allenatori, ADISE per i direttore sportivi, AIPAC per i preparatori atletici. Se queste componenti stabiliscono un accordo, da valere come protocollo d’intesa, è chiaro che il compito semplifica e si evitano rischi di trattamenti differenti”.
Comments (0)