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Premier, in una lettera anonima un calciatore si dichiara gay: “Vivo un incubo: il mondo del calcio non è pronto”

Una lettera a cuore aperto, ma anonima, indirizzata ai vertici del calcio mondiale e a tutti i tifosi. A scriverla, un noto calciatore della Premier League che si dichiara gay, ma che è spaventato dal rendere pubblico il suo orientamento sessuale: “Vivo un incubo, giorno dopo giorno. Ho paura che dire la verità renda le cose peggiori”. Il calcio, seconda giusta ragione dell’anonimo giocatore, non sarebbe ancora pronto per accettare la notizia dell’omosessualità di uno dei suoi protagonisti.

“Da bambino tutto quello che volevo era fare il calciatore. Alla fine ci sono riuscito, ma c’è qualcosa che mi rende diverso dalla maggior parte dei giocatori di Premier League. Sono gay. E persino scriverlo in questa lettera è un grande passo per me. Ma solo i membri della mia famiglia e un ristretto gruppo di amici è al corrente della mia sessualità. Non mi sento ancora pronto a condividere questa cosa con i miei compagni di squadra o con il mio allenatore. È complicato. Passo la maggior parte del mio tempo con quei ragazzi e scendiamo in campo come una squadra. Ma qualcosa dentro di me, mi rende impossibile essere onesto con loro al riguardo. Spero un giorno di poterlo fare. È un incubo, giorno dopo giorno. Ho il terrore che dire la verità renda le cose ancora peggiori. E il mio cuore ogni tanto mi dice che dovrei fare coming-out, ma la testa mi dice ‘perchè rischiare?’. La verità è che credo che il calcio non sia ancora pronto per i coming-out. Ci sono ancora troppi pregiudizi”.

Solo qualche mese fa c’è stata l’ennesima iniziativa di un calciatore, Ekdal della Sampdoria, che addirittura è intervenuto ad un convegno del Parlamento europeo: “I calciatori hanno paura: solo 8 gay si sono dichiarati, altri non si sentono liberi”. Lo svedese della Samp si è mostrato molto sensibile sul tema:

“Ritengo essenziale contribuire a sensibilizzare il pubblico europeo su questo argomento. In un mondo ideale nessuno dovrebbe sentirsi a disagio nel dichiararsi omosessuale, che sia nella vita o nel calcio. Ma la realtà è molto diversa. Nel nostro sport solo otto giocatori si sono ufficialmente dichiarati omosessuali, molti altri vorrebbero farlo ma non se ne sentono liberi, per paura delle reazioni negative”

Ekdal ha poi concluso e sottolineato:

“Quello del calcio è un ambiente dove l’omofobia è ancora diffusa. Questi giocatori sono preoccupati di diventare un bersaglio per gli insulti e lo scherno, sia dentro che fuori dal campo. Come risultato si sentono obbligati a nascondersi, fuggire e vivere nella paura. Ecco perché dobbiamo reagire, utilizzando l’istruzione come una forza per un cambiamento positivo”.

Solo pochi giorni fa si sono sposate due calciatrici della Roma Femminile. Una delle stelle della squadra, l’attaccante Andressa, in Brasile ha detto sì alla fidanzata Francielle, ex calciatrice del Brasile. Le due ragazze hanno condiviso gioia e bacio da spose sui social: “Senza dubbio il giorno più bello della nostra vita”

Questo è il calcio che tutti vorrebbero. Si spera che nel prossimo futuro il calcio possa essere pronto e che il tema omosessualità smetta di essere un tabù. I calciatori son dei privilegiati, guadagnano molto, ma sono pur sempre dei ragazzi che hanno il diritto di vivere la loro vita liberamente.

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