
McTominay show, il Torino si arrende alla doppietta dello scozzese
Stellare, solare, incandescente, emozionante: il Napoli accende la speranza che oggi ancora va sussurrata. Forse, forse è più vicino ma è ancora da raggiungere. E allora Napoli-Torino sia: iniziata alle 15 la lunghissima partita, si è conclusa alle 22,30 circa. A 774 Km a Nord di Napoli, un tal Soulé seminava nel campo verde del Maradona tre germogli che il Napoli avrebbe potuto cogliere. Ed ha colto.
Inizia la partita e il primo tiraccio è del Torino: bene così. Poi sale in cattedra il Napoli e il Toro si rifugia nella propria metà campo circondato da marziani che si passano e spassano la palla. Poi un tal Zambo Anguissa arriva sino alla linea di fondo e crossa al centro dove si fa trovare per la decima volta Mc Tominay. Il Torino tenta di alzare la testa e invece fa falli in continuazione, bravissimo come mai. L’allievo Vanoli vorrebbe battere il maestro e dare una mano alla sua squadra del cuore che resta l’Inter. Niente, un altro fallo e via.
Poi il Napoli accerchia un’altra volta il Toro, affida la palla a Politano che come Zambo, arriva sul fondo e crossa al centro dove spunta la testa di McTominay stretto da tre giocatori che non riescono a fermarlo. Palla in rete e Casadei, ovvero il n.22 del Torino si stende a terra e sbatte una, due, tre volte il pugno rabbioso sull’erba del Maradona. McTominay, ancora lui. Comincia poi il secondo tempo e il timore di un qualche cambiamento affiora: il Torino osa qualche azione ma il Napoli risponde con ordine. Sono piuttosto i colpi ricevuti che privano il Napoli di Anguissa prima e Buongiorno dopo. Ma sia Di Lorenzo che Lobotka dovranno passare in infermeria. Infine una nota che dovrebbe essere inserita tra “curiosità e statistiche”: Romelu Lukaku sembra Babbo Natale con la gerla dei regali sul groppone, solo che sulle spalle c’è fisso un giocatore avversario che lo trattiene. Ebbene, in Napoli Torino sono occorsi 38 minuti perché l’arbitro Mariani fischiasse un fallo a favore. Poco importa, lo stadio canta felice ‘la capolista se ne va’ sventolando bandiere. Tutti gli azzurri salutano, tutti gli occhi brillano, luccicano.
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