Allenatore dalle idee rivoluzionarie ed attaccato ai vecchi valori sociali e calcistici, mister Sandro Pochesci è da anni seduto sulle panchine dei campi di Lega Pro e Serie D. Col suo stile diretto e schietto, gli abbiamo chiesto di commentare l’attuale situazione del calcio italiano, in particolare della Lega Pro, a causa del Coronavirus.
Buon pomeriggio mister. Come vede la situazione del calcio italiano in questo periodo di stop forzato a causa del Coronavirus?
“Sarebbe assurdo continuare a giocare mentre le persone soffrono e muoiono. I campionati sono falsati e devono essere annullati. L’unica soluzione sarebbe disputare dei playoff e playout in tutte le divisioni, ma sarebbe comunque una scelta poco sensata. Inoltre dubito che i campionati come la Lega Pro e la Serie D riprendano. L’albo d’oro della Serie A deve restare bianco, ma accanto a questo spazio bianco ci scriverei “Atalanta Covid-19” in onore alla città di Bergamo, simbolo di resistenza contro il Coronavirus. E comunque aldilà del Coronavirus, questa Atalanta tra 30 anni ce la ricorderemo tutti.”
Cosa ne pensa dei tagli agli stipendi dei calciatori?
“Chi gioca in Serie A prende tanti soldi, non penso sia dunque un problema subire un taglio di stipendio per 2-3 mesi. Ad oggi girano molti soldi nel mondo del calcio, ormai lo dominano i procuratori. I grandi calciatori e le grande società possono sicuramente sopportare il peso economico di eventuali tagli di stipendi o perdite nei bilanci. Il problema dei tagli riguarderà i tantissimi calciatori che militano in Lega Pro e in Serie D.”
A tal proposito, il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli ha mostrato una certa preoccupazione per i conti delle società di Lega Pro a causa del Coronavirus. Lei che ne pensa?
“Non vorrei ci fossero i soliti furbi che se ne approfittano. I furbi sono sempre dietro l’angolo e potrebbero in questo caso rimetterci i calciatori con stipendi da operai. Sono tanti i ragazzi in Lega Pro e Serie D che prendono 1500 euro al mese, sono quelli che io chiamo calciatori operai. I tagli vanno fatti solo a chi guadagna tanto. Lo dico per esperienza personale, ci sono ragazzi che a fine mese devono spesso chiedere aiuto economico alla famiglia per pagarsi le spese perché guadagnano poco e spesso le società non gli pagano manco l’alloggio.Il presidente Ghirelli dovrebbe analizzare a fondo tutti i conti delle società di Lega Pro e capire chi davvero è in difficoltà a causa del Coronavirus. Ci sono anche alcune società ricche in Lega Pro e non penso che abbiano addirittura bisogno di aiuto. Vorrei fare un appello al presidente Ghirelli, che non conosco personalmente, ma penso sia una bravissima persona ed un possibile papà o nonno per molti calciatori. Vorrei dirgli di farsi una chiacchierata con noi addetti ai lavori per capire bene le cose come stanno. Una chiacchierata da uomo a uomo, come fossimo amici e per il bene del calcio e della Lega Pro. Parliamo con i cuore ai calciatori e capiamo chi davvero è in difficoltà.”
Per quanto riguarda l’aiuto dello Stato italiano alle società e ai calciatori di Lega Pro e Serie D cosa ne pensa?
“Lo Stato deve aiutare le società e i calciatori operai. Come aiuta gli operai che vanno in fabbrica a lavorare 6-7 ore al giorno, lo stesso va fatto per questi calciatori che vanno aiutati. Questi ragazzi lavorano tutti i giorni 3-4 ore al giorno e regalano spensieratezza ai cittadini italiani, quindi meritano rispetto. Chi gioca Lega Pro ed in Serie D non deve subire tagli, davvero il 70% di loro prende stipendi da operaio. Le spese ci sono e questi ragazzi vanno aiutati, non penalizzati. Lo Stato prende dalle società dei contributi sui contratti dei calciatori e dello staff tecnico, quindi è giunto il momento di restituirli per aiutare questi calciatori operai. In Serie A e Serie B ci stanno pensando i calciatori e le società a gestire questa situazione economica, in Lega Pro e Serie D se non interviene lo Stato si rischia una catastrofe. Il calcio non è solo la Serie A, loro sono la punta, noi della Lega Pro e della Serie D siamo la piramide del calcio italiano. Se la base della piramide crolla a quel punto viene giù tutto il sistema. Dunque lo Stato dia quello che ha preso per il bene del calcio italiano.”
Giovanni Frezzetti