
L’eroe del giorno è Gattuso che ha ridato smalto a una rosa di qualità
Fino a spellarsi le mani, tutti ad applaudire Rino Gattuso che ha rigenerato una squadra spenta, ha ricucito strappi che sembravano portare alla lotta per non retrocedere; che ha dovuto lottare contro la fama di traghettatore in virtù della grinta. Succedeva ad Ancelotti, un sir dotato di un fair play sornione ed elegante che ha pagato per colpe trasversali e per direzioni arbitrali molto, molto discutibili che sembrano dimenticate. E’ arrivato lui, Rino Gattuso, l’11 dicembre per tentare una risalita della squadra che in 15 partite aveva totalizzato 21 punti. Eppure dopo le prime delusioni, lui più della squadra, ebbe paura di non farcela. Poi è storia recente dove i meriti del tecnico si sono fusi con quelli dei giocatori.
Perché un punto sia chiaro: il Napoli è stato costruito bene negli anni con giocatori che figurano in classifiche europee secondo i ruoli.
E allora, grandissimo il valore di Rino Gattuso, alla scoperta anche di se stesso, perché ha avuto il merito di rivedere l’impostazione data alla squadra nelle prime uscite e tornare sui suoi passi senza schemi fissi tentando di adeguarsi all’avversario di turno preparando la gara con una falsa umiltà, che si rivela invece essere acume tattico. Antico e moderno insieme, catenacciaro e sfrontato, grintoso e laconico, Gattuso è se stesso a 42 anni con un trofeo in bacheca e una carta da giocarsi l’8 agosto al Nou Camp contro il Barcellona. Eppure la carta più difficile sarà quella che si giocherà nelle prossime 11 gare: che si voglia pensare al 4° posto è un’utopia che deve far correre le gambe di giocatori più preoccupati del mercato che di un obiettivo impossibile.
In tanti pensano al futuro: Koulibaly guarda interessato all’incontro di boxe tra Guardiola e Klopp per assicurarsi la perla nera in difesa; Milik che dallo scorso anno in tournée chiedeva insistentemente un rinnovo di contratto, oggi indosserebbe la casacca bianconera; Lozano che vorrebbe più spazio in un top club ma nessuno, tranne Raiola, mostra interesse per lui ; Hysaj che da un anno vorrebbe andar via, ora tentenna più per l’inaffidabilità della Roma che per il piacere di restare secondo a Di Lorenzo; Allan dimenticato dal PSG, potrebbe interessare Sarri o Simeone che valutano il brasiliano non volendo spendere più di 25 milioni; Llorente che potrebbe andare al Benevento in prestito se i presidenti troveranno un accordo.
C’è da basarsi dunque sullo zoccolo duro, a partire da Insigne e Mertens in attacco; a centrocampo Zielinski (pronto al rinnovo fino al 2024) con Demme, Fabian, Lobotka; in difesa Maksimovic (prossimo al rinnovo fino al 2025) e Manolas con Di Lorenzo a destra e Mario Rui ( per il quale si troverà l’accordo) a sinistra e tra i pali Alex Meret che ha accettato un ruolo secondario in attesa che si concluda questo campionato.
Non sarà facile per Gattuso motivare la squadra verso il 4° posto e non sarà facile gestire una rosa di 11 più 5 sostituzioni con un mercato che minaccia la concentrazione, ma c’è il Barcellona che li aspetta. Gattuso è l’eroe di questi giorni che ha potuto dare grinta a una rosa di qualità: la stessa che ha dato qualità, fama e soldi a Maurizio Sarri.
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