Skip to content

“Le priorità sono la salute e la stabilità economica dei club”: intervista a Jacopo Tognon, vicepresidente della Lega Pro

Jacopo Tognon, vicepresidente della Lega Pro, padovano, avvocato civilista ed esperto di diritto sportivo, ha parlato della situazione che sta vivendo la Lega Pro. Con un intervento preciso e puntuale ha tracciato le coordinate da seguire per evitare conseguenze spiacevoli per i club e gli addetti ai lavori dell’intera Lega Pro.

Buon pomeriggio vicepresidente Tognon. Sia le società che gli addetti ai lavori della Lega Pro stanno subendo grossi danni economici a causa del Coronavirus. Qual è la soluzione a cui state pensando per risolvere il problema? 

“La prima cosa che posso dire è che deve esserci unità d’intenti. Bisogna contenere i costi per salvaguardare i club senza però scontentare i calciatori e gli addetti ai lavori. C’è bisogno di un piano di sostenibilità economica. Le società vanno tutelate in quanto molte di loro rischiano di non riuscire ad iscriversi al prossimo campionato a causa degli ingenti danni economici che potrebbero subire. Dunque, anche i calciatori devono fare dei sacrifici in quanto a settembre, in caso di fallimento o di mancate iscrizioni di alcune società, potrebbero perdere il posto di lavoro.”

Dunque avete aperto un tavolo di lavoro?

“Ci stiamo confrontando con tutti: allenatori, presidenti e soprattutto con i calciatori. Insieme stiamo cercando di capire come venirci incontro per salvaguardare la situazione economica di tutte le componenti citate.”

All’interno di questa situazione quali aiuti può fornirvi lo Stato?

“Sicuramente le misure che lo Stato può fornire per aiutare la Lega Pro sono due. La prima è la Cassa Integrazione in Deroga per gli addetti ai lavori; la seconda è l’estensione dell’apprendistato ai calciatori di Lega Pro in modo da poter permettere il contenimento dei costi previdenziali degli stessi calciatori. Noi a questi calciatori facciamo fare un vero e proprio apprendistato, formiamo i calciatori del futuro, dunque abbiamo bisogno di aiuto per continuare a farlo. Esistono poi anche altre misure più tecniche di deducibilità fiscale, ma le prime da adottare sono le due che ho illustrato. Fatto sta che la soluzione va trovata in fretta perché molti club sono in sofferenza economica. Dobbiamo ragionare come fossimo in guerra, non quella con le armi, ma quella silenziosa di un virus che uccide. Le misure da adottare devono essere straordinarie e serve un grande contributo da parte di tutte le parti in causa.”

Quante sono le possibilità concrete che la Lega Pro torni a giocare?

” La Serie A sta pensando di tornare a giocare principalmente per motivi economici. Per quanto riguarda la Lega Pro, da quanto emerso dall’ultima assemblea, sembra difficile tornare a giocare. Non bisogna prendere scelte avventate, nonostante il momento non vanno prese decisioni di pancia. La decisione va presa con calma nel massimo rispetto della salute dei calciatori e degli addetti ai lavori, senza che nessuno corra rischi. Fatto sta che va individuata una data di fine del campionato in quanto al 30 giugno sono previste le scadenze dei contratti dei calciatori. Dunque bisogna capire se, come indicato dalla FIFA, sarà possibile eventualmente allungarli.”

Nel caso non si tornasse in campo cosa accadrebbe alla stagione in corso? Verrebbe annullata?

“Non è il momento adatto per parlare di queste soluzioni anche se abbiamo in campo varie soluzioni. In questa fase, però, è fondamentale pensare alla salvezza economica dei club per pensare a come ripartire la prossima stagione. Purtroppo, come accaduto sino ad ora, l’epidemia detterà il calendario.”

Giovanni Frezzetti

 

Comments (0)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su