
La voglia di crederci, la paura di crederci è un tutt’uno
Il Napoli non si è ancora messo d’accordo a 6 partite dal termine come armonizzare palla lunga ad Osimhen e il fraseggio che porta un Mertens a sguizzare dal nulla e segnare. L’ennesima diagnosi sulla mancanza di personalità , pronta ad essere rinnegata alla prossima prestazione positiva, lascia il tempo che trova, soprattutto in un campionato in cui tutte le protagoniste hanno “ciccato” l’occasione per sprintare. Così il Napoli ha fatto più punti di Milan e Inter in questo 2022 ma un punto in meno della Juve che “senza personalità” ha fatto 14 risultati utili fallendo i tre punti che l’avrebbero messa in condizione di lottare per lo scudetto.
C’è dunque da smaltire l’ultimo risultato negativo registrato al Maradona che è coinciso con il tutto esaurito sugli spalti. La voglia di crederci, la paura di crederci è un tutt’uno sia nei giocatori che nei tifosi che ricordavano Nino Manfredi quando disse “fusse che fusse la vorta bbona”. Non ancora, ma. Ma tutto è possibile e proprio questa residua follia nel crederci potrebbe portare a risultati positivi. A cominciare con la Roma che in zona Europa deve difendere la posizione in classifica dopo un campionato deludente per risultati e per gioco.
Questa mattina tutti gli azzurri si ritroveranno a Castel Volturno per riprendere gli allenamenti e Spalletti dovrà valutare le condizioni fisiche di tutti dopo aver avuto una insufficienza in pagella per la formazione mandata in campo contro la Fiorentina. “Non si può vincere sempre, qualche volta puoi perdere”– ha dichiarato ieri Spalletti nell’incontro con gli studenti federiciani. “Fondamentali nella vita sono le scelte, le decisioni, soprattutto per quanto riguarda il mio ruolo: io cerco sempre di tirar fuori le migliori decisioni, dalla formazione alle tattiche”. Ma se qualche giocatore è molto al di sotto delle sue potenzialità, le occasioni per vincere si ribaltano.
In quattro giorni si dovrà capire come ritrovare quell’armonia di gioco che ha ben funzionato proprio a inizio campionato quando i meccanismi sono ancora in rodaggio; dopo, le troppe assenze per infortuni e Nazionali, hanno alterato i sincronismi così che in campo scendono due Napoli diversi, se gioca o non gioca Osimhen.
Che Victor Osimhen sia devastante è il timore di ogni tecnico, ma che il nigeriano sia ancora lontano dal saper sfruttare la sua velocità con la tecnica, appare evidente. Gli esterni devono giocare accanto, occorre servirlo sul piede, occorre trovarlo smarcato, ma è pur vero che tutti gli allenatori hanno capito che Osimhen non regge sempre una buona pressione.
Ora il rebus rinnovato che Spalletti dovrà risolvere si chiama Mertens chiamato a gran voce dal pubblico ma anche dai numeri. Osimhen-Mertens insieme? Spalletti teme – come ha più volte dichiarato- che con i due in campo ne possa risentire l’equilibrio. Ma a pasquetta rientra Anguissa che con la squalifica ha avuto anche un “bonus” di riposo dopo essersi accasciato a Bergamo. Tornerà a centrocampo con la fiducia della società in procinto di riscattarlo.
Quattro giorni determinanti per un anti-Roma efficace.
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