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La religione laica: Forza Napoli, Sempre

Cominciano i giorni di astinenza dal calcio ed è appena trascorso soltanto il lunedì già insopportabile per conto suo. Guardi il calendario e ti accorgi che mancano dieci giorni ancora per sentire che si avvicina il momento. Ancora dieci giorni per capire chi tornerà sano e salvo dalle battaglie in Nazionale, chi tarderà fino all’ultimo giorno, chi arbitrerà al Maradona, quale formazione scenderà in campo contro il Milan.

Una pausa d’obbligo mal tollerata da chi abbraccia il calcio come una fede che nutre la mente e il cuore. A molti sembra una tesi paradossale perché i tanti che vivono accanto a chi crede nella laica religione rompe (e non si pensi male) i migliori momenti d’attesa entrando nel circuito chiuso del pensiero alla partita, con domande tipo – chi gioca?-. O peggio ancora: “Posso venire a vedere la partita? L’ultima che ho visto, il Napoli ha perso”. E a quel punto si può perdere un amico che mai capirà.

E allora si sopporti pure la Nazionale che comunque lascia libero per 11 giorni l’intero pacchetto di visite, pranzi, cene, cinema o teatro che i non credenti hanno l’abilità di organizzare durante l’anno proprio quando gioca il Napoli. E quanti durante un battesimo, un matrimonio, un compleanno con uno sguardo d’intesa si danno alla fuga col cellulare acceso per vedere la partita? Ma quelli non capiscono….

Il credente, invece, prima di pensare ad un week end, o ad abbonarsi a teatro, o ad organizzare una festa di compleanno, consulta sempre il calendario perché non accada l’irreparabile: gioca il Napoli e siano rispettati i rituali di tipo propiziatori, segreti a tutti, ed anche i rituali collettivi di frasi collaudate con domande e risposte d’obbligo. Ma c’è qualcuno a Napoli ( tra i credenti) che salutandosi non dica : “Forza Napoli, aspettando il fatidico  Sempre”?

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