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La gestione arbitrale incide sul campionato

Che alla fine l’Inter possa vincere lo scudetto, è opinione diffusa perché ritenuta dai critici dei salotti buoni, la squadra più forte. Da qualche anno si moltiplicano i complimenti per la provinciale di lusso qual è l’Atalanta e si annovera anche il Napoli tra le pretendenti al trono: questioni di audience e quindi di soldi. Fatto il preambolo, un tempo chiamato “il cappello”, resta una sola verità: l’Inter deve vincere per ‘apparare’ i debiti, non importa come visto che si accettano pure doni extralusso di Kyriakopoulos. In realtà anche la Juventus ha grande bisogno ma quello stratega di Thiago Motta che mai avrebbe messo piede a Napoli (da cui molti altarini aggiuntivi a largo Maradona), quel Thiago dovrà appellarsi alla vista d’aquila di alcuni arbitri per rientrare nei primi quattro posti. Si parla di decisioni arbitrali, ma si vuol parlare soprattutto di gestione arbitrale perché in un calcio sotto i riflettori, sono gli interventi di piccolo calibro a incidere più di un rigore dato o non dato. A Venezia il Napoli ha pareggiato perché la palla non è entrata o è stata parata. Ma pareggio, sconfitta o vittoria, resta un arbitraggio pessimo che non ha tutelato i giocatori azzurri picchiati per 90 minuti.
A Bergamo si è andati oltre e Graziano Cesari a Pressing su canale 5, così commenta:  “Cominciamo dall’espulsione di Ederson. Thuram è in possesso, Ederson lo contrasta e butta il pallone in corner. Massa va quasi a cercare il giocatore che protesta e gli mostra il giallo. Sul secondo giallo poi non devo giustificare Ederson, perché il gesto di applaudire non si fa. Vi faccio notare però cosa fa Thuram con le braccia nel corso dell’azione su Ederson: un arbitro bravo come lui, internazionale, interrompe l’azione e dà fallo facendo finire tutto. E poi: perché va a cercare il calciatore? Lo sai che ci sono le proteste ed è un momento particolare, cerca di usare il buon senso arbitrale. Mi sembra che si potesse gestire molto meglio”.
Ma ancor più ‘tranchant’ è il commento di un grande giornalista qual è Rosario Pastore che in un post su Facebook scrive: “Disgusto. Nausea. Vomito. Quando finalmente le partite saranno dirette dall’intelligenza artificiale e non da una categoria di personaggi che si vestono d’autorità e decidono che l’esito dei campionati devono determinarlo loro, sarà sempre troppo tardi. Già Venezia-Napoli mi aveva fatto nascere tante perplessità. Per carità, Mariani non si era inventato calci di rigore o ammonizioni seguite da espulsioni inesistenti. Spesso questi signori non hanno bisogno di arrivare a certe esagerazioni. Basta far capire a una delle due squadre in campo di stare attenta, che è sotto un occhio inflessibile e che qualsiasi infrazione, anche la più piccola, anche la più trascurabile, verrà immediatamente punita. Mentre all’altra verrà concesso un po’ di tutto, può picchiare tranquillamente. A Venezia era accaduto proprio questo. Gli uomini di Di Francesco avevano licenza di entrare, anche pesantemente e il direttore di gara ignorava bellamente. Ribadisco, il Napoli ha messo in mostra un’infinità di carenze, l’avversario andava battuto senza problemi e quindi piangano per le proprie carenze imperdonabili. E’ andata così. Ma a complicare le cose ci si era messo anche Mariani. Peggio, molto peggio è andata a Bergamo. Dove Massa ha condizionato pesantemente il finale di gara. Già rivedere l’atteggiamento della squadra di Inzaghi era stata uno sgradevole spettacolo. Quel gettarsi a terra appena sfiorati; quelle proteste continue, incessanti, parossistiche, volte a condizionare le decisioni arbitrali davano sui nervi allo spettatore obiettivo. E guarda un po’, proprio una protesta, e non nata dalle file interiste bensì da un atalantino, ha messo la squadra di Gasperini nella condizione di giocare gli ultimi dieci minuti, se non quindici considerato un legittimo recupero, in condizioni di inferiorità. Massa, che impariamo purtroppo sempre più a conoscere, questo “internazionale” senza macchia e senza paura, aveva giudicato talmente grave una normale entrata di Ederson, da decretare il fallo. Il giocatore si è sorpreso, ha protestato, così come tanti uomini di Inzaghi avevano fatto costantemente. Ma in questo caso, l’arbitro ha tirato fuori il cartellino giallo. L’atalantino non se l’aspettava proprio ed ha applaudito alla decisione. Apriti cielo! Offesa sanguinosa all’autoritarismo dell’arbitro, al suo amor proprio, al suo onore, e magari a quello della famiglia. Ed ecco il secondo giallo, seguito dal rosso. Proprio quando l’Atalanta stava producendo il suo massimo sforzo alla ricerca del pareggio. A quel punto, partita finita e Inter in volo verso lo scudetto. E magari verso finanziamenti che possano alleggerire il suo pesantissimo deficit economico che normalmente non dovrebbe essere tollerato. Come concludere? Se tutto è stato deciso, che ne parliamo a fare? Perché perdiamo tempo? Si stabilisca che bisognerà giocare per i posti in Champions e nelle altre coppe europee e per non retrocedere e la si smetta con questa ipocrisia. Gli arbitri italiani non sono in malafede, ne sono convinto, Sono semplicemente mediocri. Il che, in certe occasioni, può essere anche peggio. Purtroppo“.

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