Non ce ne vogliano i tifosi presenti ieri sera allo stadio, ma con l’Inter, oltre ai calciatori azzurri in campo, hanno perso anche loro sugli spalti. Hanno perso l’occasione di trasmettere calore alla squadra attraverso quella smisurata passione per i colori azzurri, per anni invidiataci dal resto del mondo. Quella passione travolgente che ci portava a incitare i nostri beniamini dal primo all’ultimo istante di gioco, a prescindere dal risultato. Quella passione per la quale si era pronti a perdonare qualsiasi errore commesso in campo, in attesa di una prodezza futura. Quella passione, ieri tristemente assente allo stadio e della quale, mai come in questo momento, i calciatori del Napoli avrebbero assoluto bisogno. Di certo non si aiuta la squadra a uscire dalle sabbie mobili in cui sta sprofondando con la freddezza percepita durante l’intera partita con l’Inter. I calciatori, seppur milionari e viziati, sono pur sempre uomini, spesso ragazzi, che da soli e senza il supporto della tifoseria amica, fanno fatica a superare le proprie fragilità e debolezze. E vedere quei ragazzi lasciati cinicamente soli mentre, inascoltati, invocavano aiuto, fa davvero male. Ecco perché, in un San Paolo in cui il silenzio assordante enfatizzava un’atmosfera surreale, insieme alla squadra ha perso anche il pubblico. Ballare, cantare e sostenere la squadra solo nei momenti in cui va tutto bene è facile. La passione, quella vera, quella che porta ad amare una maglia al di là di tutto, è tutta un’altra cosa…
Roberto Rey