
Il Napoli deve tradurre la ‘grande bellezza’in punti
Bisogna leggere i tweet del presidente per capire che l’atmosfera in casa Napoli è serena. Nel profondo silenzio, il Napoli si allena e scende in campo con la voglia di correre così che tra le prime 5 squadre in classifica, è quella più autoritaria che sa imporre il gioco, l’estetica, la tattica e gol da Champions. Poco ci manca che per le giovani leve si cominci a dire “ha segnato un gol all’Insigne o alla Mertens”.
Ora però, è il momento di tradurre gli applausi in punti: 6 partite che dovranno essere affrontate col piglio giusto come fossero sei big che avrebbero voluto giocare la superlega. Vietato abbassare la guardia con squadre che, come il Napoli, aspettano di programmare il prossimo campionato sulla base della permanenza o meno nella massima serie. Domani il Torino che a 31 punti vede la mèta possibile ma con due punti in più del Cagliari, non può permettersi calcoli. A seguire arriverà il Cagliari in piena zona retrocessione che gioca oggi contro la Roma. Poi Spezia-Napoli, Napoli-Udinese, Fiorentina-Napoli per chiudere al Maradona contro il Verona. Tre fuori casa e tre in casa con gli occhi puntati alla classifica in su e in giù.
E per domani Gattuso manderà la squadra ormai collaudata con Rrahmani per Manolas squalificato e il rientro di Demme; poi i soliti dubbi Mario Rui/Hysaj, Osimhen/Mertens e Lozano/Politano. Cambia poco comunque perché dopo tante incertezze nel gioco, il Napoli è diventato Napoli ritrovando migliori equilibri tattici. E sorge anche il dubbio che Insigne, Mertens, Hysaj, Koulibaly, mai abbiano dimenticato i tre anni di Sarri. Talvolta certi tocchi di prima, corti, veloci pressanti, spiazzanti hanno antiche radici che, se son buone, vanno curate e non calpestate. A Torino senza calcoli, sapendo di incontrare una squadra in salute che viene da 4 risultati utili consecutivi tra cui la vittoria sulla Roma…ma che non vince contro il Napoli dal 2015..
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