
Il Napoli cade in casa contro il Lecce, ma il protagonista in assoluto è l’arbitro Giua
Napoli-Lecce 2-3
La squadra di Gattuso interrompe la serie positiva di vittorie e clamorosamente perde al San Paolo contro il Lecce, bravissimo a sfruttare le pochissime occasioni avute. Grandi demeriti vanno però al Napoli, che spreca innumerevoli occasioni e nel secondo tempo si disunisce, praticamente consentendo ai salentini di gestire a tratti la partita; ma il protagonista in negativo assoluto della partita è stato sicuramente Antonio Giua, la cui direzione di gara è stata a dir poco imbarazzante. Nel secondo tempo – con il Lecce in vantaggio 2-1 sugli azzurri- Milik viene sgambettato in area di rigore da Donati, e Giua lo ammonisce per simulazione; il VAR Abisso richiama l’arbitro, che però resta della sua opinione e clamorosamente non va nemmeno a rivedere l’azione al monitor. Il Napoli cade e torna a -12 dal quarto posto, ma ancora una volta alle colpe degli azzurri si aggiungono le colpe arbitrali.
In porta c’è Ospina, torna Koulibaly dal primo minuto e Politano esordisce dal primo minuto; il Napoli nella prima mezz’ora ha la gestione totale del pallone ma spreca le innumerevoli occasioni capitate a Milik e a Zielinski; al 29’ Saponara mette un pallone al centro per Falco che va alla conclusione di prima , Ospina respinge male sui piedi di Lapadula, per il quale da due passi è un gioco da ragazzi ribadire in fondo al sacco. E’ la prima occasione della partita del Lecce- fino a quel momento bravissimo a soffrire: è 1-0 per i salentini. Al 35’ Insigne viene lanciato in verticale da Politano, ma in mezza girata non riesce a colpire bene e la palla finisce sul palo esterno; Falco nel finale impensierisce ancora una volta la difesa azzurra con un tiro a giro velenosissimo, ma nel finale è provvidenziale il salvataggio di Donati sul cross di Mario Rui destinato sul secondo palo ad essere finalizzato da Politano.
Gattuso effettua prima dell’inizio della ripresa il primo cambio: fuori Lobotka, dentro Mertens; ed è proprio Mertens al termine di una bella azione a mettere il pallone sul secondo palo per Milik- che da due passi colpisce così così ma proprio non può sbagliare: bacio all’incrocio e palla nel sacco: è 1-1 al 48’. Ci crede il San Paolo ma, come nel primo tempo, nel momento di maggiore pressione il Lecce colpisce di nuovo: Falco pennella, Lapadula anticipa Di Lorenzo e colpisce ancora di testa al 60’- approfittando di una distratta difesa azzurra. Fa fatica il Napoli a riprendersi: Ospina si oppone alla grande a Barak, ma è paradossalmente il Lecce in questi minuti a gestire la partita. Al 73’ accade l’episodio chiave della partita; Milik viene atterrato in area di rigore da Donati, per Giua il polacco ha addirittura simulato; all’80’ Demme subisce fallo al limite dell’area- per l’arbitro non c’è nulla- e Mario Rui è costretto ad atterrare Lapadula; sulla successiva punizione Mancosu si inventa un tiro potente e angolatissimo sul quale non può nulla Ospina: è 1-3. A niente vale il bel gol di Callejon all’89’: quello di stasera è stato l’ennesimo passo falso, ma mai come stasera ha inciso l’imbarazzante direzione di gara di Giua.
Gennaro Gattuso non vuole parlare dell’arbitro, ma solo della fragilità della sua squadra; ma Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del Napoli, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport per chiarire la posizione societaria circa il rigore non concesso dall’arbitro Giua :”In campo s’è visto nettamente il tocco, poi l’arbitro ha evidenziato il fatto che Milik abbia accentuato. Ma ciò che chiediamo noi, visto che c’è il VAR, è di andare a rivedere, questo non possiamo accettarlo. Lui è convinto che si sia buttato: ma il fatto che c’è un VAR che evidenzia il tocco deve portarti ad andarlo a vedere, è inaccettabile. Abbiamo già subito un sacco di episodi del genere, come con l’Atalanta. Nel calcio si può vincere e perdere, quello non è un problema, ci sono altre colpe e c’è il mister che parla di questo, non sta a me. A livello societario non possiamo accettare che ci sia un VAR e che l’arbitro non vada a rivedere l’azione”
Massimiliano Pucino
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