
Il Coronavirus e il danno economico per il mondo del calcio
L’emergenza di questi giorni è enorme, a livello umano, sanitario ed economico. Un’emergenza che a diverse latitudini fa registrare la propria longa manus. Ovunque, infatti, iniziano a diffondersi le nefaste conseguenze della pandemia da Coronavirus, con contagi che non risparmiano neanche il mondo sportivo. I campionati di calcio europei sono fermi ed è notizia delle ultime ore che l’Europeo slitta al 2021.
Ma quanto incide economicamente e finanziariamente questo fermo sul sistema calcio? Sui problemi economici per i club, Marco Bellinazzo, esperto del Sole 24 Ore in una recente intervista per Calciotoday ha dichiarato: “I danni potenziali sono pesanti. Se non si tornasse a giocare ci sarebbe una perdita per quanto riguarda il botteghino e gli abbonamenti che potrebbe oscillare da un minimo di 150 fino a 200 milioni di euro. Poi ci sono i contratti di sponsorizzazione. Bisogna vedere se esistono clausole contrattuali che consentono agli sponsor di non pagare per cause di forza maggiore, come può essere questa emergenza. È probabile che si facciano nuovi accordi. Sono in ballo contratti intorno ai 200 milioni, visto che resta da giocare un terzo della stagione”. E ancora: “Se non si giocherà più è probabile che le pay tv ridiano i soldi agli abbonati e di conseguenza chiedano un risarcimento ai club, anche se quest’ultimi si sono mossi in base ad un decreto governativo. Parliamo di circa 400 milioni, quindi la perdita totale per il calcio italiano viaggia intorno agli 800 milioni. Se la stagione dovesse riprendere ovviamente il danno sarebbe più contenuto”.
Calcio e Finanza rilancia con il conto della serva, e puntualizza, in un articolo intitolato” Oltre 300 milioni di euro: è questo il valore delle 124 gare da trasmettere per la Serie A per concludere il campionato” che “l’alleanza Sky-Dazn versa nelle casse di via Rosellini 973 milioni (780 dall’emittente di Murdoch) a cui vanno sommati i 371 milioni di diritti esteri e i 35 pagati dalla Rai per la Coppa Italia. Il totale fa 1,37 miliardi. Il mancato introito per l’ultimo terzo di stagione sarebbe attorno ai 425 milioni. Ma tra società e tv nascerebbe una battaglia legale dall’esito non scontato, data l’eccezionalità del momento, con la sospensione sancita da un decreto. E date anche possibili clausole sulla natura aleatoria del contratto: in questo caso rescissione e risoluzione non sono previste. Di sicuro andrebbero considerati fino a 90 milioni di mancati incassi tra biglietti e abbonamenti da restituire e una cifra intorno ai 150 milioni di ricavi commerciali svaniti. Se il virus l’avesse vinta, più di metà delle società di A rischierebbero di non iscriversi al campionato”.
In parole povere, una catastrofe economica. L’ultima posizione della Lega di Serie A, condivisa con i Club, resta quella di concludere nei prossimi mesi il campionato nazionale, riprendendolo al termine dell’emergenza sanitaria. Ma è opinione condivisa a livello europeo che le competizioni nazionali possano essere completate, perché troppo alti sarebbero i danni economici e finanziari (e i conseguenti fallimenti) nel mondo del calcio, in ogni dove del Vecchio Continente.
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