Un gol di Castro al 90’ rese amarissima ai tifosi azzurri la partita d’andata contro il Cagliari. Nonostante ben 30 tiri ed il 67% del possesso, il solo tiro nello specchio dei rossoblu si tramutò in gol. Era un altro Napoli: Ancelotti sedeva ancora in panchina;Insigne, Lozano e Mertens formavano il tridente di un 3-4-3. Ma era anche un altro Cagliari: l’hype intorno alla squadra sarda, dopo un grande girone d’andata, sta calando. Dal 16 dicembre, data della rocambolesca sconfitta interna contro la Lazio, i sardi hanno totalizzato 4 sconfitte e 3 pareggi, uscendo anche dalla Coppa Italia. Dopo l’ultima sconfitta in casa del Genoa, il Presidente Giulini si è esposto in prima persona, confermando l’allenatore Maran e cercando di riportare un po’ di calma in un ambiente, che dalla zona Europa si ritrova ora impantanato a metà classifica.
Lo stile di gioco. Maran ha avuto il merito di rilanciare Nainggolan, schierandolo come trequartista nel suo 4-3-1-2. Ha adattato con successo Joao Pedro come punta, al fianco di Simeone. E ha costruito un centrocampo tutto aggressività e dinamismo, con gli innesti di Rog e Nandez. Un Cagliari che rispecchia i valori già visti quando allenava il Chievo: grande compattezza e grinta, unita stavolta alla qualità di diversi giocatori in campo.
I punti deboli. Come detto, i rossoblu stanno attraversando un lungo periodo di flessione. I problemi sono soprattutto in difesa: nelle ultime 7 gare tra campionato e coppa ha incassato ben 16 gol. In totale, sono 35: uno in più anche della disastrata difesa azzurra. Gli infortuni sono sicuramente una componente di questo declino. Al momento, il solo Pavoletti ha un lungo periodo ai box di fronte a sé; contro il Napoli mancherà Nainggolan (squalificato), mentre sono da valutare le condizioni di Rog, Cacciatore e Faragò.
Claudio Urciuolo