
Il 13 giugno è la data tracciata dall’assemblea di Lega Serie A; ma le polemiche finiranno?
Si riparte. Non sembrano esserci più dubbi dopo che l’assemblea della Lega di serie A, tenuta in videoconferenza, ha votato e deciso a maggioranza la ripresa del campionato per il 13 giugno. Strada parallela è stata percorsa anche dal Ministro dello Sport Spadafora che prima al Senato e poi alla Camera ha affrontato il tema della ripresa del campionato: “Quello che noi vorremmo fare è riaprire il campionato – ha dichiarato – ma nelle condizioni che possano assicurare, non solo al campionato di continuare senza ulteriori stop, ma che possano garantire la sicurezza di tutti”. Si torna quindi al vincolo che impone il protocollo del Comitato tecnico scientifico, le cui indicazioni sono già state raccolte dalla Figc: “Ho ricevuto la comunicazione del presidente della Federcalcio Gravina e mi ha detto che hanno accolto le osservazioni del Cts riadattando il proprio protocollo e quindi consentendo senza altre difficoltà di poter riprendere entro il 18 maggio gli allenamenti collettivi: quarantena delle squadre in caso di nuovi positivi, responsabilità dei medici sportivi, necessità che i tamponi non vadano a discapito dei cittadini . Se il campionato riprenderà come tutti auspichiamo, sarà grazie al fatto che ci saremmo arrivati mettendo tutto e tutti in sicurezza e non con la fretta irresponsabile o strumentale di chicchessia. Capisco che sebbene la mia delega riguardi tutto il mondo dello sport ci sia un’attenzione particolare per il calcio. Sono consapevole dell’importanza sociale del calcio – ha concluso Spadafora – ma anche del fatto che sia una delle industrie più importanti ed è un valore aggiunto per il nostro paese”.
L’ultima parola spetterà ora al governo ed al Comitato tecnico scientifico, ma tutto lascia prevedere che un sì definitivo sia dietro l’angolo.
Ora è bene che si spengano le polemiche che non sono mancate in questi due mesi, fino a quella recentissima del medico sociale della Lazio, Ivo Pulcini che in un’intervista a Radio Radio ha criticato duramente il protocollo per la ripartenza: “Il Comitato Tecnico Scientifico non ha voluto sentire la voce del medico del calcio che vive sul campo e non vive dietro una scrivania. Vive dove non c’è la scienza pura ma, c’è la evidence based medicine, che cammina parallela a quella scientifica. Questo capita quando si fanno dei protocolli spesso dannosi. Se in qualche caso avessi usato il protocollo, il paziente sarebbe morto”. E ancora: “Sono d’accordo con il professor Castellacci: se un ragazzo si ammala e ci denuncia ne dobbiamo rispondere noi, ma noi non possiamo arrivare a rispondere di tutto. Il CTS dice che se un giocatore o un membro dello staff è infetto deve andare in quarantena tutta la squadra? E’ ridicolo, perché devo considerare malato chi non lo è?”
Le “ragioni dell’altro” non è soltanto il titolo di un libro di successo, ma la necessità di ascoltare l’altro per un’armonia di interessi che un dittatore come il Covid ha travolto.
Diana Miraglia
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