Skip to content

Hamilton attacca il mondo della Formula 1: “Sul razzismo nel mio settore stanno tutti zitti”

Lewis Hamilton ancora una volta spinge sull’acceleratore. Il pluricampione del mondo della Mercedes ha approfittato della sua popolarità per smuovere coscienza civili di ognuno di noi. Il pilota ha duramente attaccato il mondo della Formula 1, colpevole di aver taciuto davanti alle proteste contro la discriminazione razziale scoppiate dopo l’assassinio di George Floyd, afroamericano brutalmente ucciso dalla Polizia a Minneapolis.

Hamilton su Instagram è stato molto diretto:

“Vedo quelli di voi che stanno zitti, alcuni di voi sono le star più grandi eppure state zitti in mezzo all’ingiustizia. Nessun segno da alcuno nel mio settore che ovviamente è uno sport dominato dai bianchi: io sono una delle uniche persone nere lì, ma sono solo. Avrei pensato che qualcuno volesse vedere perché questo accade e dire qualcosa al riguardo, ma non puoi stare al nostro fianco. So solo chi sei e ti vedo”.

Insieme ad Hamilton l’unico che ha alzato un po’ la voce è stato il Lando Norris, pilota della McLaren, che ha lanciato il messaggio “Firma la petizione BLM #blacklivesmatter”. Il campione del mondo si è esperto sostenendo le proteste:

“Non può esserci pace finché i nostri cosiddetti leader non cambiano. Questa non è solo l’America: è il Regno Unito, la Spagna, l’Italia e dappertutto: devono cambiare la maniera in cui vengono trattate le minoranze e il modo in cui educate le persone dei vostri Paesi su uguaglianza, razzismo, classismo. Siamo nati tutti uguali, non siamo nati con il razzismo e l’odio nei nostri cuori, è insegnato da coloro che guardiamo”.

Questo il messaggio finale che lancia Hamilton:

“Voglio davvero, in qualche modo, far parte del cambio di forma della F.1, lavorando in collaborazione con la F.1 e la Fia. Non so perché non ci siano abbastanza studenti universitari, ingegneri, meccanici e nemmeno operatori dei media provenienti da contesti più diversi: è sempre stato così come è oggi, ma vedo una reale opportunità di far parte del cambiamento di forma. Quindi, tra 20 anni, voglio guardarmi indietro e sentir dire, se mai sentissi qualcuno sussurrare, che facevo parte del cambiamento”.

 

Comments (0)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su