Durante il programma “Taca La Marca” in onda su Radio Musica Television è intervenuto Claudio Gavillucci, ex arbitro di Serie A, il quale si è soffermato sul suo libro “L’uomo nero, le verità di un arbitro scomodo”. Il libro- con una prefazione di Marco Travaglio– è il racconto dall’interno dell’arbitro che ha osato mettere in discussione un sistema rivelandone ombre, condizionamenti e opacità e che Marco Travaglio così commenta: “L’arbitro Gavillucci, come pochi altri visionari, si era fatto l’idea che la legge in Italia fosse uguale per tutti. Ovviamente ne ha pagato le conseguenze. Peggio per lui, ma soprattutto per noi” .
“Non è stato semplice rivolgersi anche ai non addetti ai lavori”- ha dichiarato Gavillucci- “ perchè il nostro mondo è poco conosciuto. Il momento in cui ho deciso di scrivere il libro è stato il giorno in cui ho saputo che non avrei avuto alcuna possibilità di ritornare in campo ad arbitrare, al fine di evitare che quello che mi è successo potesse capitare anche ad altri colleghi ho deciso di parlare del mondo degli arbitri italiani. La decisione di scrivere il libro deriva dalla volontà di eliminare i pregiudizi dalle menti delle persone che vedono l’arbitro come colui che è ingaggiato da una squadra per determinare il risultato di una partita, ma non è cosi”.
L’ex fischietto di Latina- dismesso due anni fa definitivamente dal CAN A per ‘motivate scelte tecniche’, è ritornato sulla famosa scelta di interrompere la partita tra Sampdoria e Napoli il 13 Maggio 2018 per i cori razzisti dagli spalti verso Koulibaly e verso Napoli; quella decisione, inizialmente elogiata dai giornali e dai media, gli causò la sospensione dall’AIA per tutta la durata della stagione. “Quello che ho fatto rispettava il regolamento, a questo va aggiunto un sentimento personale contro tutte le forme di discriminazione. In quel frangente sentire quei cori mi ha turbato e il fatto di percepirli in maniera chiara ha favorito il mio intervento. Sono stato spronato giustamente sia da Sarri che dal capitano del Napoli. Non era mai successo in tal modo ed anche io ho tentennato un istante, visto che un arbitro non è abituato a sospendere le partite. Per fortuna è passato il messaggio giusto e vado fiero della mia azione, ciò che più mi addolora è che nessuno della mia associazione ha colto l’importanza del gesto, rimanendo in silenzio.”
Qualche mese dopo Paolo Mazzoleni– nonostante i ripetuti cori razzisti ai danni di Koulibaly durante Inter-Napoli del 26 dicembre 2018- non prese la stessa decisione e non esitò ad ammonire per la seconda volta il senegalese. “Lascio il beneficio del dubbio sul fatto che Mazzoleni non abbia sentito i cori”– commenta Gavillucci- “ma dal momento in cui si era accertata l’esistenza di tali cori, mi sarei aspettato un diverso intervento da parte dell’associazione”
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