
Gattuso poco lucido come il suo Napoli, l’emotività eccessiva è un grosso limite
Cocente la delusione che almeno per qualche giorno va vissuta per intero. Il Napoli è sceso in campo con una pressione che non ha saputo gestire, né smaltire come aveva fatto con la Fiorentina e Gattuso non ha saputo aiutare la squadra che arrancava contro una squadra modesta che con il gioco e con i falli premeditati fermava ogni iniziativa. Ancora una volta si è manifestata l’ansia da prestazione che è il limite stesso di questa squadra che dimostrò anche quando perse in albergo lo scudetto. Così nelle partite ad altissima tensione: quelle che si attendono una vita. Va via Gennaro Gattuso lasciando pochi rimpianti dimostrando, proprio nell’ultima partita che contava, di essere lui stesso scarsamente freddo e lucido per poter intervenire nei tempi e nei modi giusti.
C’è poco da raccontare di una partita che il Napoli non ha giocato sin dai primi minuti e che per pura casualità aveva fatta sua con un gol dell’ex Rrahmani al 60°: 9 minuti e un lancio lungo sorprende Hysaj che favorisce l’inserimento di Faraoni per una diagonale sfiorata da Meret.
Che il Napoli fosse in confusione mentale, si era capito ma la capoticità a non cambiare quando si poteva per poi cambiare alla sperindio è stato il segnale di resa.
Finisce male un campionato che poteva e doveva esser meglio gestito se si fosse messo da parte ‘il coltello tra i denti e in veleno’ tentando di trasmettere freddezza e non emotività.
Il Napoli ha pagato a caro prezzo anche arbitraggi vergognosi ma questa è una componente che ben si conosce, ma quando si ha un full servito lo si gioca con astuzia sapendo che la fortuna, la casualità mai è di colore azzurro. Al minuto 94° Petagna tira e la Champions si ferma sul palo.
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