
Enrico Castellacci: non possiamo costringere i giocatori alla quarantena
Stop agli allenamenti collettivi per rivedere e ridefinire le linee guida del protocollo in un’ottica di maggior tutela rispetto al distanziamento. L’ANSA fa sapere che secondo fonti del ministero, il protocollo sarà approvato a breve (domani o dopodomani) e la Lega avrebbe proposto altri controlli con test sierologici e controlli antidoping per ottenere lo svincolo dall’obbligo della quarantena.
Al riguardo si è espresso anche il dottor Enrico Castellacci, presidente dei medici del calcio, intervenuto a “Radio anch’io sport”: “Il ritiro per gli allenamenti? Il problema è chiaro e dobbiamo pensarci bene. Usciamo da un lockdown di due mesi e rimettere in quarantena i giocatori non è facile. Non possiamo costringerli, potrebbe essere di una settimana o dieci giorni, poi i giocatori hanno l’esigenza di restare a casa. Dovrebbero poi capire quali siano le loro responsabilità. Il campionato ricomincerà, ma per farlo finire vanno cambiate alcune cose”.
Dunque l’obiettivo immediato è quello di cancellare i ritiri, normare i controlli sui tamponi e definire le conseguenze di un eventuale caso di positività al Covid, ma tutti i passaggi burocratici-medici devono anche fare i conti con il dpcm emesso dal governo: “Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse. Ai fini di quanto previsto dalla presente lettera, sono emanate, previa validazione del Comitato Tecnico Scientifico, apposite Linee-Guida a cura dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Parole chiare che però contrastano con i tempi del calcio giocato, visto che la validità del dpcm è fino al 14 giugno e, in tal caso non si potrebbe riprendere a giocare il 13/14 giugno, a meno che….a meno che un crollo della curva di contagio spinga il governo a rivedere il decreto.
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