
Diego lo guida e il Napoli vince contro il Rijeka
Napoli Rijeka 2 – 0
Allo Stadio Diego Armando Maradona il Napoli vince l’emozione e si porta in vetta al girone. Una serata surreale con il tifo che arriva da lontano e spinge il Napoli che vuol salutare a modo suo il Re con il timore di non esserne all’altezza. Diego guarda da lontano, storce il naso a qualche scarponata di troppo, ma, come ha sempre fatto, prende per mano tutti i 10 in azzurro e li guida. Gattuso non sente quel che Diego gli grida e continua con un modulo che non sembra essere adatto al Napoli. Quando poi, gli fischiano le orecchie e il Napoli torna al vecchio 4-3-3 sembra una fisarmonica che finalmente può respirare. Di questo si tratta: respirare. E il Napoli diventa bello, armonioso, fluido.
Comunque non era una partita normale, né una serata normale ammesso che quelle a venire lo possano diventare, ma “Di Diego si continuerà a parlare – ha dichiarato Gattuso – ma noi dobbiamo lavorare nella speranza di potergli dedicare qualcosa di importante”. Difficile per i tifosi, difficile per Gattuso, difficile per i giocatori affrontare questa partita. Ogni singolo napoletano dalle 17 di mercoledì è entrato in uno stato di prostrazione e di tristezza che lo ha allontanato dai mille inciampi di ogni giornata con il pensiero, il ricordo di chi è stato un campione di lealtà per certuni assai difficile da comprendere perché incapaci d’esserlo. E comunque la partita era un atto liberatorio per “fare qualcosa”, dire a lui, “ci siamo” anche con il gesto dolcissimo di Lorenzo Insigne che ha salutato con un fiore El diez.
Il fischio dell’arbitro dà il via ad una prova di nervi che non sono saldissimi all’inizio con tocchi superflui e imprecisi. Due volte il Napoli rischia in due contropiedi per imprecisioni nella chiusura, ma finalmente un assolo di Zielinski consente a Politano di concorrere con Anastasio al primo gol del Napoli. Non un primo tempo esaltante ma l’1-0 è di buon auspicio. E inizia il secondo tempo. Ancora mancanza di fluidità nell’azione macchinosa, eppure bisogna chiudere la partita: poi ecco entrare Lozano, Insigne e Mertens e già si accendono le prime luci. Lorenzo è nervoso ma gioca bene: serve i compagni e i suoi lanci, per chi sa sfruttarli, possono far male. Lozano è il predestinato a ricevere, addomestica la palla e infila Nevistic, risultato tra i migliori del Rijeka. Poi entra Fabian ed ecco aprirsi la fisarmonica. Il Napoli volteggia, gioca, si diverte, combina, tutto in passaggi veloci e via verso Nevistic che sembra stordito dalla nuova squadra.
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