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Deeney, capitano del Watford, dice no agli allenamenti: “La salute di mio figlio è più importante”

Project Restart: questo il piano varato dal governo britannico per la ripresa del football. Un nome forse un po’ ambizioso, in un paese che ha superato per numero di contagi e di morti da coronavirus anche l’Italia. Tale piano prevede l’ok agli allenamenti in piccoli gruppi, con step progressivi per il graduale ritorno in campo.

Ma la bandiera e capitano del Watford, Troy Deeney, non ci sta. “Dobbiamo tornare ad allenarci questa settimana, ma io ho già detto che non ci andrò -ha dichiarato nel corso dello show di Youtube Talk the Talk. Basta solo una persona infetta per contagiarsi e io non voglio portare il virus a casa mia. Mio figlio ha cinque mesi e ha difficoltà respiratorie, non voglio metterlo in pericolo. Il protocollo dice che devi tornare a casa senza toglierti i vestiti che hai usato per l’allenamento. E se li metto a lavare con le cose della mia compagna o di mio figlio, posso portare il contagio. Ho già perso mio padre e i miei nonni, quasi tutti quelli a cui volevo bene. Quindi la salute della mia famiglia è più importante di qualche sterlina in più nel portafogli”.

In quanto capitano, Deeney ha potuto dire la sua nel corso dei colloqui che hanno portato all’elaborazione di Project Restart. “Alla riunione ho fatto qualche domanda molto semplice. Considerando che i dati dicono che le persone di colore, gli asiatici e quelli di etnia mista rischiano il contagio quattro volte di più degli altri, sono previsti controlli aggiuntivi? Si faranno elettrocardiogrammi per vedere se qualcuno ha patologie pregresse non diagnosticate? E ho detto loro ‘se non lo sapete voi come andranno le cose, perchè dovrei mettermi a rischio io?”.

Dal suo club non è trapelato nessun commento a proposito.

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