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Da testimone a sospettato: Michelle Platini ancora nei guai

Non c’è pace per Michel Platini, almeno in relazione ai tempi in cui era un dirigente di altissimo livello del calcio. Infatti «complicità nella cattiva gestione e appropriazione indebita» sono i capi di imputazione con i quali Michel Platini è passato da testimone a «sospettato» nell’inchiesta della Procura svizzera su Sepp Blatter per avergli pagato 2 milioni di franchi svizzeri (1,8 milioni in euro) nel 2011 senza traccia scritta. Lo ha comunicato all’interessato una lettera del procuratore Thomas Hildbrand, il 5 giugno. L’indagine era stata avviata nel 2015 in Svizzera contro Sepp Blatter- ex numero uno della FIFA– per un pagamento senza traccia scritta di 2 milioni di franchi svizzeri a Michel Platini, allora presidente Uefa: l’ex fuoriclasse della Juve e della nazionale francese sosteneva che si trattasse di una consulenza, ma i sospetti erano quelli di un pagamento in cambio della rielezione di Blatter. Secondo indiscrezioni dei media francesi risalenti alla fine del maggio 2018, in una lettera a Platini lo stesso procuratore aveva sottolineato come, “allo stato dei fatti”, l’ex numero 1 del calcio europeo non fosse indagato. Il giorno dopo, però, era stata la stessa procura elvetica a chiarire che la procedura “non era del tutto conclusa”. La vicenda ha già portato Platini a una squalifica sportiva di 8 anni, ridotta dal Tas a 4 anni e confermata in questa misura dalla Corte di Strasburgo.

Platini né il suo avvocato hanno voluto commentare; Blatter ha invece ammesso di essere stato convocato dal magistrato elvetico il 1 settembre e ha rivelato che il giorno prima, il 31 agosto, sarebbe stato convocato lo stesso Platini, che finora compariva solo come testimone.

Esattamente un anno fa l’ex campione francese rimase per una giornata in stato di fermo a Nanterre per essere sentito dalle autorità- salvo poi essere rilasciato la notte stessa; le ipotesi di reato in quel caso erano “corruzione privata”, “associazione a delinquere”, “traffico di influenze e ricettazione di traffico di influenze”. Il sospetto dei magistrati  riguardava quella che in molti indicarono come un’assegnazione inspiegabile al Qatar dei mondiali di calcio del 2022; a tessere la potente ragnatela di potere con gli emiri fu Nicolas Sarkozy– ex Presidente della Repubblica francese- a partire da un pranzo all’Eliseo (al quale partecipò lo steso )Platini risalente al 23 novembre 2010, nove giorni prima che la Fifa cominciasse lo scrutinio per l’attribuzione dei mondiali. Le pressioni del governo francese e una chiamata di Platini a Sepp Blatter condizionarono secondo gli inquirenti la votazione: il Qatar vinse a sorpresa con 14 voti contro 8 a scapito degli Stati Uniti. Secondo France Football, nel famoso pranzo all’Eliseo – al quale era ospite d’onore Tamim bn Hamad al-Thani, principe erede al trono, diventato emiro dal 2013 – si parlò anche dell’acquisto del Paris Saint-Germain da parte dei qatarioti (si realizzò esattamente un anno più tardi), di una crescita della loro quota nella proprietà del gigante Lagardere e della creazione di una piattaforma tv, BeinSports, per fare concorrenza sul calcio e altre discipline a Canal Plus.

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