Contropiede Azzurro

Cosa fare se la Serie A non riparte? Assegnazioni dello scudetto a tavolino o annullamento? 

ROME, ITALY - OCTOBER 22: The candidate Gabriele Gravina attends the Italian Football Federation (FIGC) elective assembly on October 22, 2018 in Rome, Italy. (Photo by Marco Rosi/Getty Images)

Visto lo stato di emergenza sanitaria che sta mettendo in ginocchio l’Italia e non solo, aumentano le possibilità che il campionato di Serie A possa non ripartire. Sull’argomento il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete”, andata in onda su Radio Marte. Di seguito alcuni stralci dell’intervista:

“…Terminare la stagione qui? Io per cultura, chi mi conosce lo sa, mi arrendo con grande difficoltà. Fino a quando avrò la possibilità, conserverò la speranza di far ripartire i campionati.Farò qualsiasi tentativo per arrivare a questa definizione. Sono cosciente e consapevole che è prematuro pensare a una data, ma dobbiamo pensare in positivo, anche per la salute degli italiani, dobbiamo sperare che questa situazioni termini nel più breve tempo possibile…”.

“…Una data oltre la quale è impossibile portare a termine la stagione? Dipende. L’Italia ha maggiore difficoltà nel recupero perché abbiamo 13 gare da recuperare e probabilmente si dovrà inserire le partite delle competizioni internazionali. Oggi parlare di date non ha alcun senso. Dobbiamo essere consapevoli e coscienti che per definire il nostro campionato ci servono 45-60 giorni…”.

“…Assegnazioni a tavolino o annullamento? Tutto ciò che riguarda l’idea di non fare partite e non arrivare fino in fondo alle competizioni, la ritengo una sconfitta mia e del valore della competizione.Si aprirebbe uno scenario antipatico. Permettetemi ancora di rinunciare, ostinatamente, a fare riflessioni che portano a una conclusione del genere. Finché sarà possibile, continuerò a rigettare queste ipotesi…”.

Far ripartire i campionati, come auspica Gravina, appare al momento un’ipotesi difficile da realizzare. Come lui stesso ha ammesso nell’intervista, infatti, per recuperare le 13 gare di campionato servirebbero 45-60 giorni, ossia quasi due mesi. Bisognerebbe quindi giocare a luglio e ad agosto, cosa che comporterebbe l’annullamento delle ferie dei calciatori, nonché lo slittamento dei ritiri per la prossima stagione e di conseguenza quello del campionato e della sessione estiva di calciomercato. Senza contare che in quel periodo potrebbero slittare anche le gare ancora da disputare di Champions ed Europa League.

Appaiono quindi più probabili le ipotesi che porterebbero ad annullare il campionato in corso o all’assegnazione del titolo a tavolino alla squadra che al momento dello stop era prima in classifica. Ma, come giustamente afferma Gravina, oltre a scatenare polemiche infinite, rappresenterebbero entrambe una sconfitta per tutti. A parere di chi scrive, la seconda ipotesi è di sicuro la più ingiusta e iniqua. Sarebbe infatti scandaloso e antisportivo se il titolo di Campione d’Italia venisse assegnata a tavolino alla squadra che, seppur capolista, aveva solo un minimo vantaggio sulle altre contendenti, con 13 giocare gare ancora da giocare.

Per concludere, quindi, qualora il campionato non dovesse ripartire, l’auspicio è che venga presa la decisione più saggia, soprattutto da un punto di vista sportivo, ossia quella di annullarlo, anche se poi ci sarà da stabilire quali squadre parteciperebbero alle coppe europee. Problema questo non di poco conto, ma sicuramente più risolvibile degli altri.

Roberto Rey

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