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Come arriva l’Italia agli ottavi

Tre vittorie contro tre avversari non blasonati, ma pur sempre tre vittorie. Nell’Europeo in cui la Francia pareggia in Ungheria e l’Inghilterra con la Scozia, gli azzurri hanno mantenuto un perfetto ruolino di marcia. Per di più senza subire goal: oggi, bisogna solo ringraziare Bale, che ha spedito alle stelle da ottima posizione. Ma i numeri non mentono. Ed è un’Italia che ha impressionato per il cinismo e l’identità con le quali ha affrontato queste tre sfide.

Il gioco è una componente essenziale delle vittorie degli azzurri. Jorginho, in particolare, è il metronomo di una squadra che sa leggere le diverse fasi della partita. Contro il Galles, gli azzurri hanno gestito la partita contro una squadra molto chiusa, fisica, che puntava al pareggio (70% del possesso); contro la Turchia, il 64% del possesso simboleggia la voglia di attaccare per non accontentarsi del vantaggio; contro la Svizzera, la partita è stata indirizzata nei primi 50′ ed è bastato il 49% del possesso. Non solo gioco: anche sulle palle inattive l’Italia si è dimostrata molto pericolosa.

Tre partite, tanti protagonisti differenti. Ma se da Insigne ed Immobile è lecito aspettarsi goal e giocate decisive, Locatelli e Pessina sono i simboli di un gruppo non di campionissimi, ma coeso, in cui chiunque può pescare il jolly. Contro il Galles, si è ripreso il centrocampo uno dei grandi assenti finora: Marco Verratti, che tornerà più che utile nelle prossime partite.

Agli ottavi, l’Italia arriva sulle ali dell’entusiasmo, con alle spalle tre partite vinte con autorità (e ruotando gli effettivi: un vantaggio non da poco, a fine stagione). Austria ed Ucraina, i due possibili incroci agli ottavi, non appaiono temibili, anche se ogni partita fa storia a sé. Vietato sottovalutare gli avversari, sia chiaro. Gli azzurri non possono permettersi cali di tensione, il progetto è ancora in fieri e la forza di questa squadra è la grande concentrazione. Ma questa Italia può sognare.

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