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PROCESSO PLUSVALENZE, CASO OSIMHEN

Con l’avv. Claudio Russo, esperto di diritto sportivo, torniamo sull’argomento per far chiarezza circa l’indagine della Procura di Roma sulle plusvalenze fittizie

 Gli inquirenti della Procura di Roma dopo la formale  chiusura delle indagini risalenti ad alcuni mesi fa, hanno chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis con l’accusa di falso in bilancio in relazione alle annate 2019, 2020 e 2021. Oltre al presidente, i pm Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano, hanno chiesto il rinvio a giudizio anche per la società sportiva Calcio Napoli e per Andrea Chiavelli. Il procedimento riguarda le presunte plusvalenze fittizie nella compravendita del giocatore Kostas Manolas, nell’estate del 2019 con la società Calcio Roma(con un surplus per la società romana di circa 31 milioni registrato nel bilancio 2018/19) e soprattutto la presunta plusvalenza che ha portato all’acquisto di Victor Osimhen dalla società francese del Lille, realizzata con la cessione di tre giovani del Napoli. La Procura di Roma aveva  iscritto De Laurentiis nel registro degli indagati nel settembre 2023, partendo da un’indagine della Procura di Napoli nell’anno 2022, atteso che la sede del club è presso gli uffici della Filmauro in Roma. Il centro dell’inchiesta è l’operazione di acquisto do Osimhen nel 2020 dal Lille per 70 milioni di euro. Nell’operazione furono inseriti 4 tesserati del Napoli con valutazioni ritenute dagli inquirenti gonfiate, consentendo, a loro dire, di iscrivere nel bilancio chiuso al 30/06/2021 le relative plusvalenze.Nell’operazione furono ceduti dal Napoli al Lille i giovani Claudio Manzi, Ciro Palmieri e Luigi Liguori, oltre al titolato portiere Orestis Karnezis..

Dal punto di vista della Giustizia Sportiva, la vicenda è stata esaminata nell’anno 2022 a seguito di inchieste sportive nell’ambito del caso plusvalenze che ha coinvolto la Juventus e altre squadre, e definita con decisione del Tribunale nazionale della FIGC che ha ritenuto di non riscontrare alcuno illecito a carico del Napoli e del presidente De Laurentiis.  I Giudici federali hanno ritenuto che non ci fossero le condizioni e i dati sufficienti per poter accertare una sopravvalutazione del prezzo dei cartellini nelle compravendite dei calciatori, attesa la persistenza di un ineludibile elemento di soggettività. C’è da dire che per contestare penalmente la sussistenza di una plusvalenza fittizia, da scambio o meno, è necessario che si verifichi il dolo di due club che consapevolmente attribuiscano un valore più altro al cartellino di uno o più tesserati per ottenere il vantaggio immediato di un surplus nel conto economico. Nel caso del Napoli l’eventuale ed improbabile richiesta di revisione del processo sportivo dovrebbe essere conseguenza di eventuali ulteriori atti probatori raccolti dalla Procura di Roma (che non sembrano esserci). Ad ogni buon conto la differenza con il caso Juventus scaturisce dal fatto che i nuovi elementi che hanno portato alla richiesta di revisione e conseguente condanna,  portavano alla esistenza di un sistema fraudolento per la creazione di plusvalenze che nel caso del Napoli e di altre società non ha ragione di esistere.

Avv. Claudio Russo, esperto di diritto sportivo

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