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A Parigi…c’est Kvaramagique!

La partita di Champions giocata ieri sera tra PSG e Aston Villa verrà sicuramente ricordata da noi tifosi azzurri per la riflessione su quello che poteva essere e invece non è stato. Alzi la mano chi non ha pensato, almeno una volta, che se Kvaratskhelia fosse rimasto in maglia azzurra, forse, qualche punticino in più adesso l’avremmo. Chissà. Un gol bellissimo il suo. Tante volte lo abbiamo visto partire palla al piede su quella fascia per poi accentrarsi e fare magie culminate in gol fantastici…e tante volte, sistematicamente, lo abbiamo visto tirare giù, senza troppi fronzoli.

Già a settembre 2024 il Corriere dello Sport si soffermava su un aspetto non banale: il trattamento riservato al georgiano ad ogni partita dagli avversari. “La nuova vita di Kvara sarebbe più bella se gli arbitri lo tutelassero di più. Anche ieri sera il georgiano è stato tartassato sotto gli occhi di Manganiello. Kvaratskhelia riceve marcature che richiamano lontanamente quelle da calcio anni Ottanta. Non siamo a quel livello, anche perché il regolamento è cambiato, però con lui manate e sbracciate vengono tollerate. Si parla tanto della tutela dei talenti, eppure è dura trovare in Serie A un calciatore più talentuoso di lui”. Antonio Conte, nel corso di una conferenza stampa post Napoli-Cagliari, dichiarava: “Io odio il gioco violento. Da calciatore non mi sono mai permesso di fare ciò, perché non è un atteggiamento da uomo. Gli arbitri non devono avere paura di sanzionare con un cartellino anche se la partita è iniziata da poco. A Cagliari c’è stato un duro intervento dopo 30 secondi che a parere mio andava sanzionato. Io non credo e soprattutto non voglio credere che c’era l’intenzione di far male Khvicha, però al tempo stesso dev’essere l’arbitro a controllare tale situazione”. Tre mesi dopo, durante Napoli-Lazio, lo scontro tra Marusic e Kvaratskhelia – con fallo plateale che aveva portato poi al lungo infortuno di Kvara – non era stato neanche sanzionato, tanto che La Repubblica scriveva: “Il giocatore georgiano si è infatti infortunato nel primo tempo contro la Lazio  quando era stato steso alle spalle in maniera plateale da Marusic al limite dell’area, con un intervento incredibilmente nemmeno punito con il calcio di punizione dall’arbitro Colombo. Il distratto direttore di gara milanese aveva viceversa spinto di peso fuori dal campo il numero 77 azzurro, dando quasi l’idea di rimproverarlo per una inesistente simulazione“.

Ammonizioni non sanzionate? Spesso. Falli contro fischiati per simulazione? Anche. Questo è uno degli aspetti che fin qui in pochi hanno evidenziato: la scelta di andare in un campionato dove poter essere tutelato…e il salto di qualità in una squadra molto forte, anche politicamente. Attenzione, qui non si nega la cattiva gestione su tempi e modalità di rinnovo da parte della società (motivazione fondamentale) e neanche l’aspetto evidenziato dal giornalista francese Santi Aouna  (“Kvicha si è convinto perché al PSG ha la certezza di vincere titoli, di giocare ogni anno la Champions e a Parigi ha la possibilità di vivere come un cittadino comune senza pressioni popolari“). Ma l’dea di poter giocare riducendo i rischi di rompersi una gamba, questo si che deve averlo fatto riflettere. Perché, da quell’infortunio rimediato giocando contro la Lazio il georgiano non è mai più rientrato, almeno non con la testa…essendo già in viaggio definitivamente per Parigi.

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